Oncologia. Premio Prodi alla carriera a Giannino Del Sal (Università degli Studi di Trieste, IFOM-Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare ETS e ICGEB-International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology)

Award lecture sulla relazione tra tumore e organismo e sulle implicazioni terapeutiche delle nuove conoscenze in questo ambito della biologia del cancro.
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Data pubblicazione
Pubblicato il: 
01/12/2022

In occasione del 62° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cancerologia (SIC) tenutosi a Venezia dal 16 al 18 novembre, Giannino Del Sal ha ricevuto il Premio intitolato all'oncologo Giorgio Prodi a riconoscimento della sua carriera scientifica.

Per ricordare la figura di Prodi, dal 1988 la SIC organizza nell'ambito della riunione annuale una conferenza tenuta da una personalità di spicco della comunità scientifica oncologica italiana. Quest’anno la scelta del Consiglio Direttivo della SIC è ricaduta su Del Sal, Professore ordinario di Biologia applicata presso il Dipartimento di Scienze della Vita (Università degli Studi di Trieste), capo del laboratorio ‘Cancer cell signaling’ presso l’ICGEB di Trieste e responsabile del programma di ricerca ‘Signaling, tumor environment and cell metabolism’ presso l’IFOM di Milano.

Giannino Del Sal ha tenuto una lectio magistralis dal titolo: “Il tumore e il suo ecosistema: le vie oncogeniche che regolano la loro interazione”. 
Decenni di ricerca sui fattori chiave che determinano l'insorgenza e la progressione dei tumori hanno cambiato il modo in cui oggi si guarda al cancro: non più solo come malattia genetica, causata cioè da mutazioni in geni fondamentali che guidano la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule, ma come prodotto di una comunicazione difettosa tra la cellula e il suo microambiente.

Le alterazioni genetiche, infatti, non spiegano da sole l'inizio del tumore e la sua progressione. Inoltre, è stato dimostrato che anche i tessuti normali contengono cellule sane con alterazioni genetiche.

La chiave per comprendere i tumori sta nelle interazioni tra la cellula e il suo microambiente, che può collaborare in molti modi nell’alterare i tessuti normali e nell’innescare l’insorgenza e la progressione del tumore.

Nel corso della lectio magistralis, ripercorrendo alcune delle sue principali scoperte scientifiche, Del Sal ha illustrato le modalità di queste interazioni e delle relazioni tra eventi genetici che alterano proteine fondamentali per la progressione maligna e contesti tissutali diversi, all’interno dell’organismo. 

Sin dall’inizio della sua carriera scientifica, Del Sal si è dedicato allo studio della biologia dei tumori, con l’integrazione di svariati aspetti, modelli di studio e tecnologie d’indagine. I suoi interessi vanno dallo studio dei meccanismi di soppressione dei tumori in condizioni normali e di malattia, alla ricerca sul ruolo delle vie di segnalazione molecolare nello sviluppo del cancro e delle metastasi. A questo Del Sal affianca anche attività più orientate al trasferimento delle conoscenze alla clinica, attraverso programmi di ricerca dedicati all’identificazione di nuovi bersagli tumorali e di farmaci o approcci terapeutici innovativi.

I risultati delle sue ricerche, finanziate nel corso degli anni dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, dalla Comunità Europea, dal MIUR, dal Ministero della salute e altri enti, rappresentano contributi di grande rilievo alla comprensione della biologia del cancro e dei meccanismi molecolari della trasformazione e della progressione tumorale.

In particolare, Del Sal è un esperto internazionale nello studio di p53, l’onco-soppressore più frequentemente mutato nei tumori.

A Del Sal e collaboratori si deve la recente scoperta del ruolo centrale della proteina p53 mutante, presente nella maggior parte dei tumori umani, nella relazione tra il tumore e il suo microambiente, come nodo dove si integrano e vengono decodificati input di diversa natura, provenienti dalle alterazioni meccaniche del microambiente e dei flussi metabolici tumorali.

Oltre metà dei tumori, contengono forme mutate della proteina p53, varianti che non solo perdono la capacità di sopprimere il tumore, ma che anche dotano le cellule di proprietà oncogeniche, tra cui un’aumentata capacità proliferativa, instabilità del genoma e capacità di resistere alla chemioterapia; tutte caratteristiche, queste, che contribuiscono all’aggressività del tumore e all’insorgenza di recidive e metastasi.

Le evidenze che ha ottenuto negli ultimi anni hanno fornito il razionale scientifico per il disegno e l’attivazione di due studi clinici di fase II su pazienti con carcinoma alla mammella del sottotipo triplo negativo.

La SIC e Giorgio Prodi

Fondata nel 1952, la Società Italiana di Cancerologia (SIC) è la più antica associazione italiana di ricercatori operanti nel campo dell'oncologia preclinica, traslazionale e clinica.

La Società si propone di promuovere i progressi della ricerca sul cancro in campo sperimentale, clinico e sociale.

Il Prof. Giorgio Prodi fu nel Consiglio Direttivo SIC come Consigliere nel 1979 e poi Vice Presidente dal 1982 sino alla sua scomparsa, nel 1987, contribuendo in maniera determinante alle scelte scientifiche ed organizzative della Società.

Laureato anche in chimica, indirizzò la propria attività di ricerca e quella dei suoi collaboratori verso la cancerogenesi chimica, l'antigenicità dei tumori e la biologia delle metastasi.

Al Prof. Prodi fu affidata dall'Università di Bologna la prima Cattedra di Oncologia e lui fu il fondatore del primo Istituto universitario di Cancerologia, sempre a Bologna.

Ha fatto parte del Consiglio Superiore di Sanità della Commissione Oncologica del Ministero della Pubblica Istruzione e fu consulente del Ministero per la Ricerca Scientifica e Tecnologica.

Ultimo aggiornamento: 19-12-2022 - 09:40
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