L’attività di ricerca del Laboratorio di Cognizione e Controllo Motorio si indirizza principalmente su temi di percezione e controllo dell’azione in individui sani e con deficit neurologici. Questi alcuni dei principali progetti di ricerca.

Movimenti oculari e memoria autobiografica

Sembra che la nostra capacità di ricordare eventi autobiografici del nostro passato sia in qualche maniera legata al modo in cui pianifichiamo ed eseguiamo i movimenti degli occhi. La ricerca in questo ambito ha lo scopo di indagare la relazione tra memoria autobiografica, immaginazione mentale e movimenti saccadici, in collaborazione con David Pearson e l’Università Anglia Ruskin di Cambridge (UK).

Controllo motorio e funzioni cognitive nella Malattia di Parkinson

Tra i sintomi non motori dei pazienti con malattia di Parkinson, i disturbi cognitivi sono stati considerati per anni un aspetto di importanza secondaria. La ricerca in questo ambito mira a evidenziare l’importanza delle funzioni cognitive e dei loro deficit nei pazienti Parkinsoniani attraverso (1) la messa a punto di protocolli di riabilitazione, (2) lo studio dell'instabilità posturale e (3) del freezing della marcia. Questi studi vengono svolti in collaborazione con Paolo Manganotti, direttore della Clinica Neurologica dell’Ospedale Cattinara di Trieste, e con Susanna Mezzarobba dell’Università di Genova.

Emozioni e controllo dell’azione

Alcune teorie classiche postulano che le emozioni attiverebbero in maniera automatica - ossia in maniera indipendente dagli scopi dell’individuo - alcuni pattern comportamentali (i.e. avvicinamento/evitamento), poiché gli stimoli emotivi sarebbero in grado di distorcere l'attenzione selettiva, dando priorità alla loro elaborazione in modo riflesso. La ricerca in questo ambito mira a dimostrare che questo avviene solamente se l’elaborazione dello stimolo emotivo è rilevante per lo scopo dell’azione. Questo filone di ricerca viene svolto in collaborazione con Giovanni Mirabella e l’Università di Brescia.

Organizzazione percettiva e tipografia

E' possibile modificare le variabili tipografiche per rendere un testo facile da leggere? L'idea di variare le variabili tipografiche per migliorare la leggibilità non è nuova. Questo problema è stato e viene affrontato nel laboratorio con studi su popolazioni di individui con dislessia e non, in collaborazione con Luciano Perondi e L’istituto Universitario di Architettura di Venezia.