Nuova pubblicazione - A Case–Control Study by ddPCR of ALU 260/111 and LINE-1 266/97 Copy Number Ratio in Circulating Cell-Free DNA in Plasma Revealed LINE-1 266/97 as a Potential Biomarker for Early Breast Cancer Detection

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Data pubblicazione
Pubblicato il: 
16/05/2023

Il cancro al seno (Breast Cancer, BC ) è il tumore più comune nelle donne nei paesi occidentali. La diagnosi precoce è determinante per un impatto positivo sulla sopravvivenza, sulla qualità della vita e sui costi della salute pubblica. I programmi di screening mammografico hanno aumentato i tassi di diagnosi precoce, ma nuovi approcci a una sorveglianza più personalizzata potrebbero migliorare ulteriormente la diagnosi. Il DNA circolante libero da cellule che si trova nel sangue (circulating cell-free DNA, cfDNA)  può fornire un potenziale strumento per la diagnosi precoce, per esempio, analizzando la quantità di cfDNA circolante, le mutazioni del DNA tumorale o l’integrità del cfDNA (circulating cell-free DNA Integrity, cfDI). In particolare, il cfDI viene misurato come rapporto tra frammenti lunghi e frammenti corti annilati nello stesso bersaglio e potenzialmente è rappresentativo del tumore indipendentemente dalla sua eterogeneità e dalla presenza di mutazioni. In questo studio sono state analizzate 106 pazienti con cancro al seno all’esordio (casi) e 103 donne sane (controlli) per determinare l’integrità del DNA circolante avendo come bersaglio sequenze ripetitive Alu e LINE-1 che sono particolarmente abbondanti nel genoma (rispettivamente 10% e 17% dell’intero genoma umano). Alu e LINE sono elementi trasponibili implicati in molti tumori umani, compreso il BC. Questo è il primo lavoro dove è stata utilizzata la digital droplet PCR per la determinazione di rapporti tra numero copie frammenti lunghi e corti di ALU 260/111 e LINE-1 266/97, bersagli precedentemente analizzati. L'accuratezza della discriminazione dei biomarcatori è stata analizzata tra casi e controlli con la curva ROC, tenendo conto del bias dell’età delle donne nello studio. I risultati di questo studio hanno dimostrato che i casi avevano rapporti di ALU 260/111 o LINE-1 266/97 più bassi dei controlli (p < 0,001). L'analisi ROC ha mostrato che il rapporto del numero di copie è in grado di discriminare i casi dai controlli sia per ALU che per LINE-1, ma LINE-1 è risultato migliore come biomarker nel setting ddPCR (area sotto la curva, AUC = 0,69, 95% CI: 0,62–0,76 per ALU e 0,80, CI 95%: 0,73–0,86 per LINE-1). Anche l’analisi ROC del cfDI ha confermato che LINE-1 discrimina meglio i casi dai controlli rispetto ad ALU. Pertanto, l’analisi del rapporto tra numero di copie o del cfDI  di LINE-1 266/97 mediante ddPCR sembra essere un utile test non invasivo che potrebbe aiutare nella fase iniziale rilevamento BC. Sono necessari ulteriori studi in un'ampia coorte per convalidare il biomarcatore. Tuttavia, l'elevata precisione e riproducibilità della ddPCR dimostrata in questo studio potrebbe stimolare un nuovo interesse per la validazione clinica della metodologia in biopsia liquida per analisi di LINE-1 266/97 con la prospettiva di offrire alle pazienti nuove opportunità per la diagnosi precoce del cancro o di screening in un’ottica di medicina personalizzata.

 

Il lavoro, condotto dal gruppo di ricerca in Biopsia Liquida del DSV e coordinato dalla dott.ssa Scaggiante che ha visto coinvolti colleghi del Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute, ASUGI, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e l'Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Cremona-ASST, è stato pubblicato sulla rivista International Journal of Molecular Sciences e può essere letto a questo LINK

Ultimo aggiornamento: 16-05-2023 - 16:31
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