L’attività scientifica, attuata sia singolarmente che tramite collaborazioni, riguarda: (1) lo studio di specie ittiche dulciacquicole, sia per quanto riguarda la biologia delle singole specie che per quanto attiene alle strutture e alle dinamiche delle comunità da esse formate; (2) lo studio dei macroinvertebrati bentonici in relazione al loro ruolo trofico, alla funzione nei processi decompositivi e nei trasferimenti energetici attraverso i livelli trofici negli ambienti dulciacquicoli; in tale contesto hanno particolare rilievo indagini relative alla densità energetica degli organismi ed indagini sui processi decompositivi della sostanza organica; (3) applicazione di indici biotici ai sensi della Direttiva 2000/60/CE.
PROGETTI IN CORSO
1) Applicazione di indici biotici ai sensi della direttiva 2000/60/CE
La Direttiva 2000/60/CE, recepita in Italia con il D.legs. 152/2006, impone l’utilizzo di una serie di bioindicatori per la valutazione dello stato ecologico delle acque. Per gli ambienti lotici è previsto lo studio delle comunità macrozoobentoniche, ittiche, l’analisi delle macrofite acquatiche e delle diatomee bentoniche. Nel D.M. 260/2010 vengono indicati gli indici biotici validi per le acque italiane che si basano sullo studio di detti bioindicatori. L’applicazione di tali indici porta a dei giudizi di qualità (elevato, buono, sufficiente, scarso e cattivo), dei quali il peggiore definisce lo stato ecologico dell’ambiente esaminato. Sulla base di tale valutazione, ambienti che raggiungeranno un giudizio solo sufficiente o scarso dovranno essere oggetto di operazioni di recupero.
In questo ambito, la Dott.ssa Pizzul ha diretto dei progetti volti alla definizione dello stato ecologico delle acque in diverse realtà regionali (quali ad esempio il Torrente Orvenco) e non (Fiume Brenta), indagini a monte ed a valle di impianti ittici (Progetto Regionale I.R.IDEA) e nel lago di Cavazzo (limitatamente al macrozoobenthos).
A partire dall’anno 2009 è attiva una collaborazione con ARPA Friuli Venezia Giulia per l’applicazione degli indici relativi alle comunità ittiche (Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche ISECI; Nuovo Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche NISECI) nei corpi idrici inclusi nel Piano Regionale Tutela Acque (PRTA). L’incarico ha visto negli anni la collaborazione con l’ex Ente Tutela Pesca (ETP), oggi Ente Tutela Patrimonio Ittico (ETPI). Il progetto, che ha finora visto lo studio delle comunità ittiche in più di 200 corpi idrici in tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia, integra il lavoro svolto da ARPA, che ha il compito di valutare i principali corpi idrici regionali mediante le indagini biologiche sopra citate, affiancate da analisi chimico-fisiche e da studi morfologici.
Dal 2019 è inoltre attiva una collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, partner nell’ambito del Progetto GREVISLIN (GREen Vipava/Vipacco, and Isonzo/Soča INfrastructure), Interreg V-A Italia - Slovenia. Il progetto coinvolge diversi partners italiani e sloveni e ha tra i suoi obiettivi i) migliorare la gestione dei bacini Isonzo (in particolare per il corridoio Isonzo/Vipacco) e Livenza sulla base di un piano di sviluppo transfrontaliero per le infrastrutture verdi a lungo termine; ii) rafforzare la cooperazione transfrontaliera nell'ambito del monitoraggio bilaterale dello stato delle acque.
In collaborazione con ETPI saranno condotti campionamenti a carico della fauna ittica nel Fiume Isonzo e nel Fiume Vipacco, e saranno effettuati confronti tra Italia e Slovenia circa le metodologie di monitoraggio dello stato di qualità delle acque e della biodiversità. Verranno inoltre analizzate le popolazioni di specie alloctone invasive, con particolare riferimento a Silurus glanis.

Vista del lago di Doberdò durante attività di campionamento (Foto: Bertoli, 2017)
2) Studio della densità energetica dei macroinvertebrati bentonici e della decomposizione della sostanza organica in ambienti dulciacquicoli
I macroinvertebrati bentonici rivestono un ruolo fondamentale negli ambienti dulciacquicoli: sono una importante risorsa trofica per molte specie di uccelli e pesci, coprono tutti i ruoli trofici dei consumatori e hanno un ruolo chiave nel processamento del detrito; infine, essi vengono utilizzati come bioindicatori, come richiesto dalle Direttive europee.
La densità energetica degli invertebrati (ED) trova impiego in diversi studi di ecologia, ma la conoscenza del contenuto calorico per molti organismi è ancora incompleta, in particolare per i macroinvertebrati acquatici.
Il presente progetto prevede l’analisi del contenuto energetico degli invertebrati bentonici in ambienti dulciacquicoli del Friuli Venezia Giulia, in virtù della grande ricchezza che la regione offre sia in termini di tipologie ambientali, che di taxa analizzabili.
Le attività prevedono la cattura dei macroinvertebrati in corsi d’acqua (di diversi bacini idrografici ed in diverse tipologie fluviali), in ambienti lacustri (Lago di Doberdò, ambienti in quota) e in zone umide (Isola della Cona), possibilmente in diversi periodi dell’anno. La raccolta del macrozoobenthos ha visto e vede attiva una collaborazione con ARPA FVG. Dopo aver identificato i taxa, i campioni vengono sottoposti ad analisi calorimetriche volte alla misurazione del contenuto energetico degli organismi, in collaborazione con l’Università degli Studi del Salento.
Gli obiettivi del lavoro includono l’analisi delle variazioni di ED negli organismi a livello temporale, spaziale, e tra livelli della gerarchia tassonomica, nonché in relazione alla condizione ecologica degli ambienti di provenienza, con particolare riferimento agli indici di qualità previsti dalla normativa vigente. È inoltre prevista la realizzazione e lo studio di modelli per il calcolo indiretto di ED a partire da misurazioni relative alla biomassa degli organismi.
I macroinvertebrati bentonici rivestono un ruolo fondamentale anche nella decomposizione del detrito, processo di fondamentale importanza nelle dinamiche degli ambienti acquatici. In questo contesto sono stati condotti lavori volti ad investigare i tassi di decomposizione della sostanza organica mediante trappole trofiche, le quali permettono sia l’analisi dei meccanismi decompositivi che delle comunità macrozoobentoniche coinvolte. Gli studi sono stati e vengono effettuati su base stagionale in diversi ambienti (area umida dell’Isola della Cona, foce del Fiume Isonzo, Lago di Doberdò), con l’obiettivo di indagare i tassi di decomposizione e le relazioni con stagionalità, comunità macrozoobentoniche e le caratteristiche abiotiche degli ambienti indagati.

Capsula cefalica di un dittero chironomide (genere Paratanytarsus) rinvenuto nell'ambito del progetto sui laghi alpini (Foto: Bertoli 2020)
3) Analisi ecologiche in ambienti lentici alpini e subalpini
I laghi alpini sono ritenuti spesso ambienti incontaminati a causa della loro posizione. Nonostante ciò, fin dai primi anni ’80, sono state evidenziati gli effetti negativi che le attività antropiche hanno su questi ambienti, particolarmente sensibili agli impatti globali e considerati indicatori a “risposta rapida” per quanto concerne i cambiamenti climatici e la deposizione di inquinanti atmosferici. Queste minacce influenzano le caratteristiche chimiche e biologiche delle acque lacustri, in particolare la distribuzione delle specie, i livelli di ossigenazione e il ciclo dei nutrienti.
Gli obiettivi del progetto sono di implementare le conoscenze circa i laghi alpini nell’Italia Settentrionale e fornire informazioni utili alla preparazione di appropriati piani di gestione per la conservazione delle aree di studio e delle specie presenti, grazie ad indagini riguardanti la morfologia lacustre, i substrati, i parametri chimico-fisici delle acque, a le principali comunità animali e vegetali. In questo contesto è di particolare interesse lo studio dello stato di conservazione degli anfibi elencati nella Direttiva Habitat 92/43/CEE, quali Bombina variegata e Rana temporaria.
I piani di campionamento stagionali includono la caratterizzazione chimico-fisica dei corpi idrici, l’analisi delle comunità macrozoobentoniche, delle comunità ittiche e delle macrofite acquatiche. Inoltre, vengono investigate le concentrazioni dei metalli pesanti e degli inquinanti organici a differenti livelli delle reti trofiche (sia per i pesci che per i macroinvertebrati bentonici), in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Val d’Aosta.
Le analisi implicano l’uso di gas-cromatografia, cromatografia liquida e spettrometria di massa. Infine, viene investigato il potenziale impatto delle specie ittiche presenti sulle popolazioni di anfibi precedentemente citate, con particolare attenzione alla possibile presenza di specie alloctone. Attualmente il progetto prevede anche lo studio delle paleocomunità lacustri (Ditteri Chironomidi, Ostracodi, Diatomee), allo scopo di indagare i cambiamenti occorsi nel tempo in relazione a fenomeni globali e all’introduzione di specie aliene.

Esemplare di trota marmorata (Salmo marmoratus) durante il rilevamento dei dati biometrici (Foto: Franz, 2017)
4) Analisi delle comunità ittiche dulciacquicole e indagini biologiche/ecologiche su specie ittiche d’interesse
Da molti anni, vengono condotti progetti finanziati dall’Ente Tutela Patrimonio Ittico ETPI (ex Ente Tutela Pesca, ETP) con lo scopo di studiare la distribuzione delle specie costituenti le comunità ittiche dulciacquicole nel Friuli Venezia Giulia. I monitoraggi sono condotti in relazione alle continue trasformazioni delle comunità ittiche, causate sia da fattori naturali che antropici. Tra le fonti di impatto legate alle attività dell’uomo vi sono le derivazioni a scopo idroelettrico, le immissioni per fini alieutici, le immissioni di specie aliene e gli interventi di riqualificazione fluviale. È dunque importante monitorare lo status delle comunità ittiche in maniera costante nel tempo, con l’obiettivo di ottenere informazioni al fine della preparazione di adeguati piani di gestione, basandosi su dataset più recenti possibile.
Nel 2017 è stato condotto uno studio in collaborazione con ETPI per la valutazione dell’impatto dovuto a immissioni di specie alloctone a fini di pesca nelle acque interne continentali del Friuli Venezia Giulia, per accertare se (ed eventualmente come) tali immissioni non danneggino le popolazioni autoctone.
Dal 2018 è attivo un progetto finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia che prevede la stesura della Carta della Vocazioni Ittiche. Lo scopo del lavoro è quello di individuare le comunità ittiche attese nei diversi tratti del reticolo idrografico a scala regionale, per fornire una base conoscitiva propedeutica alla classificazione dello Stato Ecologico mediante la corretta applicazione del Nuovo Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche NISECI, nonché ad una migliore definizione del coefficiente di Modulazione Stagionale.
Studi specifici sono condotti su specie ittiche ritenute d’interesse, al fine di investigare alcuni aspetti riguardanti la biologia e di definire le corrette aree di distribuzione. Recentemente sono stati effettuati dei lavori riguardanti gli aspetti riproduttivi di Salmo marmoratus, la tassonomia del genere Esox e la distribuzione di specie invasive quali Silurus glanis. Inoltre, sono stati condotti studi riguardanti la biologia, la distribuzione e la riproduzione di Barbus balcanicus e di Gobio benacensis nei piccoli tributari del bacino dell’Isonzo. Altri lavori hanno riguardato Aphanius fasciatus, Knipowitschia panizzae (elencati nella Direttiva 92/43/CEE) e Pomatoschistus marmoratus negli ambienti salmastri della Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo. Attualmente è attiva una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell’Università Ca’ Foscari riguardante lo studio di Pomatoschistus marmoratus e Pomatoschistus canestrinii (quest’ultimo elencato nella Direttiva 92/43/CEE).
Infine, è in corso un progetto che prevede l’eradicazione della trota fario (Salmo trutta) di ceppo atlantico dal Torrente Rosandra, all’interno della Riserva Naturale della Val Rosandra-Dolina Glinščice. Il progetto, in collaborazione con l’organo gestore della Riserva (Comune di S. Dorligo) e con ETPI,

Operazioni di campionamento tramite elettropesca sul Torrente Rosandra (Foto: Di Luca, 2020)
Ultimo aggiornamento: 16/04/2020