L’attività di ricerca riguarda soprattutto lo studio dei processi cognitivi e affettivi coinvolti in diversi disturbi psichiatrici e neuropsicologici e l’indagine delle variabili individuali che determinano il benessere psicologico, anche in una prospettiva evolutiva.

1) Ruolo del controllo inibitorio in contesti sani e psicopatologici

I meccanismi inibitori giocano un ruolo fondamentale nella cognizione, come testimoniato da una vasta letteratura che ne evidenzia la rilevanza nei domini delle funzioni esecutive e della memoria. Nello specifico, un recupero efficiente di informazioni dalla memoria, che è cruciale per consentire un buon adattamento all’ambiente, è collegato all’abilità di dimenticare le informazioni associate a quelle da recuperare, ma potenzialmente interferenti. La ricerca ha mostrato che questo tipo di oblio funzionale è probabilmente attribuibile all’intervento di processi di inibizione che agiscono sulle tracce di memoria che competono con quelle da recuperare, processi che possono essere attivati in modo automatico o volontario. Obiettivo di questa linea di ricerca è comprendere meglio quali meccanismi di controllo inibitorio sottostanno a queste due forme di oblio e valutare se l’inibizione delle rappresentazioni mnestiche e l’inibizione delle risposte motorie si basino su processi inibitori interamente o parzialmente sovrapponibili, come suggerito da alcuni modelli influenti in tale ambito. L’indagine in partecipanti sani e in campioni clinici di diverso tipo (e.g., in pazienti con schizofrenia, disturbi  da uso di sostanze, dipendenze comportamentali, disturbi alimentari) permetterà di chiarire il profilo cognitivo caratteristico delle psicopatologie prese in esame, fornendo utili indicazioni sul piano terapeutico.

2) Determinanti individuali del benessere psicologico

Questa linea di ricerca, che si colloca nell’ambito della Psicologia della Salute, ha come scopo l’indagine delle principali caratteristiche individuali (e.g., nei tratti di personalità, negli stili cognitivi, nella metacognizione) che contribuiscono a determinare, lungo tutto l’arco di vita, indicatori importanti di salute mentale (e.g., stress percepito, benessere psicologico, soddisfazione di vita). Particolare attenzione, in questo contesto, viene data alle abilità di regolazione emotiva e di coping adattivo, con progetti di ricerca atti a verificare l’efficacia di interventi che, fin dalle fasi precoci dello sviluppo individuale, si propongono di promuovere e potenziare tali abilità.

3) Uso della Stimolazione Elettrica Transcranica (tES) per modulare processi cognitivi e affettivi

La Stimolazione Elettrica transcranica (tES) è una famiglia di tecniche di modulazione cerebrale non invasiva (e.g., stimolazione transcranica a corrente continua o tDCS, stimolazione transcranica a corrente alternata o tACS, stimolazione transcranica a rumore casuale o tRNS), che usa flussi di corrente molto deboli per alterare reversibilmente l’attività corticale e, di conseguenza, le funzioni motorie/percettive/cognitive/affettive che dipendono dalle aree cerebrali stimolate. Poiché questa famiglia di tecniche di neuromodulazione offre molti vantaggi, rilevanti soprattutto per scopi clinici, essa potrebbe costituire uno strumento terapeutico molto promettente, per un uso combinato con training cognitivi e interventi psicoterapeutici. Nonostante queste caratteristiche promettenti, tuttavia, la ricerca sull’uso della tES è ancora tesa a individuare quali siano le caratteristiche individuali e i parametri di stimolazione capaci di indurre gli effetti desiderati in modo affidabile. In questa prospettiva, lo scopo di questa linea di ricerca è testare l’efficacia comparativa di differenti protocolli tES nel modulare i processi cognitivi e affettivi d’interesse, sia in partecipanti sani, per l’indagine delle relazioni anatomo-funzionali potenzialmente sottostanti a varie alterazioni psicologiche, sia in diversi tipi di pazienti in un ottica più riabilitativa.