L’unità di ricerca “Analisi e conservazione della diversità vegetale” svolge attività sperimentali nel campo dell'ecologia vegetale e della biologia della conservazione centrate sull’analisi delle comunità vegetali.
La vegetazione ha un ruolo fondamentale nella struttura e funzionamento degli ecosistemi e nei servizi ecosistemici che essi forniscono: rappresenta l'elemento chiave per identificare e analizzare gli habitat, valutarne lo stato di conservazione, individuare azioni di recupero ambientale, studiare modelli spaziali e processi ecologici a scala di paesaggio, fornire informazioni fondamentali per la pianificazione e la gestione dell’uso del suolo, soprattutto in relazione alle attuali problematiche legate al clima e all’ambiente.
Il gruppo di ricerca si occupa principalmente di:
- analisi, monitoraggio e conservazione della vegetazione e degli habitat
- cartografia della vegetazione e degli habitat
- analisi dell'uso del suolo e dei cambiamenti della copertura del suolo
- monitoraggio ambientale tramite bioindicatori
- analisi floristiche
- valutazione delle specie vegetali secondo il sistema delle Liste Rosse IUCN; monitoraggio e conservazione di specie vegetali autoctone
- specie vegetali esotiche ed invasive (IAS)
- ecologia urbana: infrastrutture verdi e nature-based solutions
Le attività si basano sul lavoro di rilevamento in campo, GIS (Sistemi Informativi Geografici) e telerilevamento satellitare e di prossimità.
I GIS permettono di visualizzare ed integrare vari tipi di informazioni territoriali e di analizzare le caratteristiche spaziali e i trend temporali di trasformazione del paesaggio.
L'uso di strumenti di telerilevamento, sia satellitare che aereo, consente la raccolta di molti tipi di informazioni a diverse scale spaziali, l'analisi di aspetti che possono essere difficili da monitorare da terra, il monitoraggio nel tempo degli ecosistemi e del territorio, anche in risposta ai cambiamenti climatici. Il recente sviluppo del telerilevamento prossimale utilizzando piccoli droni (SAPR) apre nuove prospettive per lo studio del paesaggio vegetale. Sulla base delle fotografie ad alta risoluzione acquisite da un drone è possibile creare mappe della vegetazione molto dettagliate, che includono aree non raggiungibili. Con particolari sensori montati sui droni è possibile acquisire immagini multispettrali ed iperspettrali che forniscono importanti informazioni per l’analisi ed il monitoraggio di un territorio.
L’obiettivo dell’unità di ricerca è quello di affrontare tematiche riguardanti l’ecologia e la conservazione delle risorse naturali attraverso un approccio interdisciplinare integrato di lavoro sul campo e telerilevamento, dalla scala delle popolazioni e comunità vegetali fino a quella del paesaggio.
Le principali linee di ricerca attualmente riguardano:
Conservazione della landa carsica, altre praterie e prati stabili
Le praterie aride e i prati stabili sono habitat molto ricchi di specie, creati nel tempo grazie ad attività umane a bassa intensità; il loro elevato valore per la biodiversità è riconosciuto dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE). L'abbandono delle tradizionali pratiche agricole e del pascolamento, il conseguente processo naturale di sviluppo di cespuglieti e boschi, l’urbanizzazione e la diffusione delle monocolture per quanto riguarda i prati stabili stanno determinando una forte contrazione di questi preziosi habitat.
Uno specifico programma di ricerche è dedicato alla landa carsica, agli effetti sulle comunità vegetali del decespugliamento e della reintroduzione del pascolo come misure di conservazione, e agli impatti di specie vegetali esotiche su questi fragili habitat.
Zone umide e acque interne
Le zone umide e le acque interne sono habitat ad alto valore ecologico in drastica riduzione come conseguenza dei cambiamenti dell'uso del suolo, dell'alterazione antropica, del riscaldamento climatico e dei processi dinamici naturali. La perdita e il degrado di questi ambienti costituiscono una grave minaccia per la biodiversità e una criticità per i servizi ecosistemici che essi forniscono, anche in relazione al problema del cambiamenti climatico.
Le ricerche sono centrate sulla componente vegetale delle zone umide del Carso (laghi carsici e stagni) e dell’area planiziale-costiera del Friuli Venezia Giulia, la vegetazione acquatica e ripariale dei corsi d’acqua, le torbiere.
Una linea di ricerca si occupa dei boschi umidi ripariali e planiziali, ormai ridotti a piccoli lembi residui nella Pianura Padana. Queste formazioni forestali igrofile e meso-igrofile costituiscono elementi fondamentali per le reti ecologiche, le infrastrutture verdi e blu e la resilienza del paesaggio padano.
Un progetto di ricerca è dedicato alla flora, vegetazione e monitoraggio degli habitat del Lago di Doberdò, uno dei più importanti esempi di idrologia carsica in Italia ed Europa.
Dune costiere
Una linea di ricerca è focalizzata sull’analisi e monitoraggio degli ecosistemi dunali attraverso il rilevamento in campo delle comunità vegetali, l’acquisizione di dati sui tratti funzionali delle specie e l’analisi di immagini ad alta risoluzione della copertura vegetale acquisite da drone.