Collezioni storiche e cambiamenti climatici: l’Università di Trieste coinvolta in una ricerca innovativa sulla laguna di Venezia

Tipologia news: 
home
Data pubblicazione
Pubblicato il: 
24/07/2025

 

Collezioni storiche e cambiamenti climatici: l’Università di Trieste coinvolta in una ricerca innovativa sulla laguna di Venezia

Il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste partecipa a un progetto di ricerca all’avanguardia che apre nuove prospettive nello studio degli impatti ambientali a lungo termine. Grazie a una nuova strumentazione a raggi X ad alta precisione, recentemente acquisita con fondi PNRR dall’Università di Siena, sarà possibile analizzare campioni storici di macroalghe senza danneggiarli, confrontandoli con esemplari attuali raccolti nella laguna di Venezia.

La ricerca, promossa e coordinata dal professor Stefano Loppi (Università di Siena), prende in esame oltre 200 campioni d’alga risalenti agli anni ’30, custoditi presso l’algario Vatova-Schiffner del Museo di Storia Naturale di Venezia. L’obiettivo è valutare l’evoluzione dello stato ecologico della laguna veneziana nell’ultimo secolo, concentrandosi sul contenuto di metalli, validi indicatori dell’inquinamento delle acque e dei cambiamenti ambientali. Lo studio coinvolge anche la dottoressa Raffaella Trabucco, curatrice delle collezioni botaniche del Museo di Storia Naturale di Venezia, e un team multidisciplinare di ricercatrici e ricercatori delle Università di Siena e Trieste. I primi risultati verranno presentati entro l’autunno in occasione di due convegni scientifici internazionali.

È la prima volta in Italia che viene applicata questa tecnologia su campioni d’erbario di macroalghe – sottolinea il professor Stefano Martellos dell’Università di Trieste –. Le analisi sono completamente non invasive, il che permette di preservare l’integrità delle collezioni museali, spesso uniche e irripetibili”.

Le macroalghe, grazie alla loro capacità di bioaccumulare i metalli presenti nell’ambiente, si confermano strumenti ecologici preziosi per valutare lo stato di salute degli ecosistemi. “Analizzare i livelli di contaminazione e gli effetti del cambiamento antropico su un arco temporale di cento anni – spiega Martellos – ci consente di ottenere informazioni fondamentali per una gestione più consapevole e sostenibile della laguna”.

La ricerca rappresenta il primo passo di un programma più ampio, volto a valorizzare le collezioni storiche grazie all’integrazione tra innovazione tecnologica e approccio interdisciplinare. “Le potenzialità sono enormi – conclude il professor Loppi –. Possiamo riscrivere la storia ambientale dei nostri territori, rendendo accessibile un patrimonio scientifico finora poco esplorato

Ultimo aggiornamento: 24-07-2025 - 14:52
Share/Save