Is airborne graphene oxide a possible hazard for the sexual reproduction of wind-pollinated plants?

I materiali a base di grafene vengono utilizzati sempre più spesso per la produzione di articoli di uso comune e a grande diffusione. Esempi sono gli "smart devices", gli equipaggiamenti tecnici/sportivi e alcuni materiali edilizi come asfalti e cementi di nuova generazione. Un'ampia diffusione ed utilizzo di questi prodotti potrebbe tuttavia avere delle ripercussioni sull’ambiente in quanto durante il loro ciclo di vita si romperanno, consumeranno o non verranno smaltiti in modo appropriato causando un inevitabile rilascio di grafene e suoi derivati. Data l’estrema leggerezza e geometria bidimensionale delle nano-particelle di grafene, esse potrebbero essere risospese in aria ed essere trasportate per lunghe distanze prima di ri-depositarsi. Le strutture fiorali femminili delle piante ad impollinazione anemofila sono particolarmente efficaci ad intercettare polline e particolato sospeso dall’ambiente aereo e quindi potrebbero essere soggette ad un'eventuale futura presenza in aria di nano-particelle a base di grafene che potrebbe interferire con il processo di riproduzione delle piante da seme. Per questi motivi, in questo studio abbiamo verificato la capacità delle strutture fiorali femminili, i.e. gli stimmi, di quattro specie di piante ad impollinazione anemofila ad intercettare nano-particelle di grafene ossido sospese in aria. Inoltre abbiamo verificato l’insorgenza di possibili effetti negativi sull’adesione del polline alle superfici stigmatiche e sulla sua successiva germinazione dovuti alla presenza di questo materiale.

La ricerca ha coinvolto il gruppo di Biologia della simbiosi lichenica, coordinato dal Prof. Mauro Tretiach