ll programma di ricerca di questo laboratorio si basa principalmente sulla cognizione sociale, gli stereotipi e le relazioni intergruppo. Nello specifico, le nostre ricerche si focalizzano sul modo in cui gli individui organizzano le loro conoscenze per quanto riguarda le realtà sociali.
Inoltre, studiamo come i fattori sociali, cognitivi e biologici influiscono gli atteggiamenti e comportamenti degli individui nei confronti dei membri del proprio gruppo e dei membri del gruppo a cui non appartengono e come tali fattori possono avere un impatto sui conflitti intergruppo e sulla discriminazione. Il nostro laboratorio ritiene che applicare la ricerca ai problemi sociali sia estremamente importante e necessario. Uno degli aspetti principali è la valutazione e l'attuazione dei programmi di prevenzione contro il bullismo, bullismo omofobico e cyberbullismo. Un altro obiettivo di questo laboratorio è l'analisi delle determinanti sociali e cognitive del pregiudizio e della discriminazione nei confronti degli immigrati.
Linguaggio e relazioni intergruppo
Questa linea di ricerca analizza se e come le forme linguistiche influenzano il modo in le persone percepiscono e giudicano altri individui. Il nostro laboratorio indaga il potenziale induttivo di differenti forme grammaticali nella percezione degli individui. IntercogLAB collabora con la prof.ssa Anne Maass (Università di Padova) per analizzare se l'utilizzo dei sostantivi (es. un ebreo) rispetto all'utilizzo degli aggettivi (es. ebreo) aumenta le inferenze stereotipiche, inibisce forme di categorizzazione alternative e induce percezioni più essenzializzanti (Carnaghi et al. JPSP 2008; Maass, Carnaghi & Rakić, 2016). In una linea di ricerca correlata, il nostro laboratorio sta collaborando con Anne Maass (Università di Padova), Fabio Fasoli , Patrice Rusconi (University of Surrey) e Mauro Bianchi (Lusofona University) nell'analisi degli effetti del linguaggio 'politicamente non corretto' sugli atteggiamenti e comportamenti degli individui nei confronti del gruppo che è vittima di tale linguaggio. Nello specifico, analizziamo se gli epiteti omofobici, rispetto alla corrispondente etichetta categoriale aumentino il pregiudizio automatico e la deumanizzazione nei confronti degli omosessuali (Carnaghi et al., JLSP 2008; Fasoli, Paladino, Carnaghi et al., 2016) e influenzino, di conseguenza, i comportamenti nei confronti delle persone omosessuali (Fasoli, Maass, Carnaghi, BJSP 2015). Inoltre, studiamo se l'ascolto di tali epiteti possa alterare l'autopercezione dei maschi eterosessuali aumentando l'adesione alle norme sulla mascolinità (Carnaghi et al., PSPB 2011; Bianchi, Piccoli, Zotti, Fasoli, Carnaghi, 2017, JLSP).
Bullismo omofobico, discriminazione ed esclusione sociale
Il nostro laboratorio, in collaborazione con la regione Friuli Venezia Giulia Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili, ricerca e università Area istruzione, formazione e ricerca , l'Ufficio regionale scolastico e le associazioni Arcigay analizza l'uso del linguaggio omofobico nelle scuole presenti sul territorio e ha inoltre attivato dei programmi di intervento volti a ridurre il bullismo omofobico tra gli adolescenti (Hunt, Piccoli, Carnaghi et al., Journal of Homosexuality, 2016; Zotti, Piccoli Pelamatti, Carnaghi, 2017). Inoltre, il nostro laboratorio esamina i fattori sociali, emotivi e cognitivi che promuovono o inibiscono i comportamenti di bullismo. L'analisi delle determinanti del bullismo non si limita ai contesti scolastici ma si estende anche a contesti di cyberbullismo (progetto Cybus 2016-2021, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia). Infine, il nostro laboratorio indaga i fattori sociali che promuovono/prevengono l'esclusione delle persone immigrate e che interferiscono con i processi di acculturazione (progetto "Giovani e opinioni sociali" 2015, finanziato dalla Regione Friulia Venezia Giulia).
Stereotipi e stereotipizzazione
Gli stereotipi sono credenze relative ai gruppi sociali che influenzano le aspettative, l'attenzione e il ricordo delle informazioni legate a tali gruppi. Gli stereotipi influenzano inoltre il comportamento sociale, giustificano il conflitto intergruppo e la discriminazione. Il nostro laboratorio è interessato a indentificare la maniera in cui gli stereotipi possono essere alterati (Carnaghi et al. 2006; 2007 EJSP). Il nostro laboratorio in collaborazione conla prof.ssa Mara Cadinu (Università di Padova) analizza come gli stereotipi influenzini la rappresentazione del sé in contesti di maggioranza e minoranza (Latrofa, Vaes, Cadinu, Carnaghi, PSPB 2010; Hunt, Fasoli, Carnaghi & Cadinu, 2016; Psych. of Men & Masculinity, 2016; Bianchi, Carnaghi, Shamloo, PS.soc, 2018). Inoltre, in collaborazione con la prof.ssa Cadinu (Università di Padova), Fabio Fasoli (Università del Surrey) Joel Anderson (Australian Cattholic University) , Mauro Bianchi (Lusofona University) il nostro laboratorio analizza come i processi cognitivi implicati nella stereotipizzazione dell'ingroup e dell'outgroup in contesti di maggioranza e minoranza (Cadinu, Latrofa, Carnaghi, Self & Identity, 2013; Carnaghi et al., 2018, Men & Masculinity). Le differenze cross-culturali in termini di stereotipizzazione di genere sono altresì oggetto di studio nel nostro laboratorio (Hunt, Piccoli, Gonsalkorale, Carnaghi, 2015; Sex Roles). Poiché il nostro laboratorio considera la ricerca applicata estremamente importante, analizziamo l'effetto degli stereotipi sui comportamenti a rischio per la salute (Carnaghi et al., IRSP 2011, Carnaghi et al. AIDS-care 2007).
I gruppi sociali sono diversi dalle entità viventi e non viventi?
In questa linea di ricerca, studiamo se la modalità con cui sono elaborate le informazioni sui gruppi sociali sia differente dalla modalità di elaborazione delle informazioni delle entità non viventi.
In collaborazione con la prof.ssa Raffaella Rumiati (SISSA, Trieste) abbiamo analizzato pazienti con demenza primaria e pazienti con tumore celebrale e abbiamo dimostrato che le conoscenze dei gruppi sociali hanno rappresentazioni indipendenti dalle altre conoscenze semantiche (Piretti, Carnaghi et al., 2015, CORTEX; Rumiati, Carnaghi et al. Cog Neuroscience, 2014; Carnaghi, Silveri, Rumiati, 2015; J of Cog & Behav Neurology). Nonostante questi studi dimostrino la dissociazione dell'elaborazione delle informazioni sociali dalle informazioni legate alle entità non viventi, in alcuni contesti sociali (violenza nei confronti delle donne), gli esseri umani vengono cognitivamente rappresentati come oggetti o animali. In collaborazione con Giorgia Silani (Università di Vienna) e Carlotta Cogoni (Università di Trento), il nostro laboratorio analizza i fattori fisiologici, cognitivi ed emotivi che promuovono l'oggettivazione delle donne e la violenza di genere (Cogoni ,Carnaghi, Silani, 2018, CORTEX; see Piccoli, Foroni, Carnaghi, 2013 PSPB; Piccoli, Cobey, Carnaghi, 2014, Pers. Ind. Differences; Piccoli et al. 2017, BJSP; Cogoni, Carnaghi et al, 2018, PLOSoNE; Riva, Triscoli, Lamm, Carnaghi, Silani; 2016; Front. in aging Neuroscience).
Il nostro laboratorio in collaborazione con il prof. Carlo Fantoni (DSV, Units) analizza, inoltre, il modo in cui i fattori sociali come le informazioni relative allo status sociale e la distinzione tra umano/non umano influiscono sulle cinematiche (Fantoni, Rigutti, Piccoli, Sommacal, Carnaghi, 2016 PLOSoNE; Carnaghi et al., 2014).