Il programma di ricerca del gruppo coordinato dalla Dott.ssa Lagatolla è focalizzato sullo studio epidemiologico e sugli aspetti genetici della farmaco resistenza nei batteri. Studi di tipizzazione batterica, ovvero il differenziamento tra isolati appartenenti alla stessa specie, e dei determinanti genici responsabili della loro virulenza e della resistenza ai farmaci sono condotti mediante tecniche di biologia molecolare. In collaborazione con la SC Malattie Infettive dell’ASUGI, sono inoltre condotti studi volti a ricercare l’esistenza di sinergie tra farmaci già presenti sul mercato, allo scopo di identificare approcci terapeutici più efficaci nei confronti di specie multiresistenti, quali enterococchi vancomicino-resistenti e enterobatteri resistenti ai carbapenemi, responsabili di  infezioni ospedaliere particolarmente preoccupanti.

Negli ultimi anni, gli interessi del gruppo si sono rivolti anche alle specie batteriche capaci di produrre biofilm, comunità microbiche, spesso aderenti a superfici, racchiuse all’interno di una matrice extracellulare che conferisce alle cellule protezione nei confronti di numerosi composti ad attività antimicrobica. Il punto centrale di questo studio è la valutazione della capacità delle specie patogene di produrre biofilm su dispositivi medici, allo scopo di identificare sistemi che permettano sia di ostacolarne la formazione sia di distruggere la matrice dopo che è stata prodotta.

Attività sinergica di vecchi e nuovi farmaci antibatterici nei confronti di isolati clinici multiresistenti

La diffusione di batteri multiresistenti (MDR) appartenenti al gruppo ESKAPE (E. faecium, S. aureus, K. pneumoniae, A. baumannii, P. aeruginosa, Enterobacter spp.) è un problema estremamente preoccupante in ambito clinico, poiché tali specie sono spesso responsabili di infezioni nosocomiali caratterizzate da alti tassi di morbilità, mortalità e ricovero prolungato. Poiché questi microrganismi sono, per definizione, resistenti nei confronti di numerose classi di antibiotici differenti, le opzioni terapeutiche nei loro confronti sono spesso limitate. In passato, diversi nuovi farmaci sono stati sviluppati con regolarità, ma con l'inizio del nuovo millennio la scoperta di nuovi antibiotici ha subito un rallentamento, dovuto sia alla crescente difficoltà nell'identificazione di molecole sempre nuove sia alla diminuzione degli investimenti, pubblici e privati. In seguito, nell'ultimo decennio si è verificata una parziale inversione di tendenza, ma il fatto che per la definitiva approvazione sul mercato di un nuovo farmaco siano necessari tempi lunghi, anche fino a dieci anni, fa sì che nella pratica clinica sia necessario trovare delle alternative percorribili in tempi più rapidi. A questo proposito, l'uso in combinazione di molecole già disponibili sul mercato che presentino attività sinergica viene valutato con molta attenzione.

In quest’ottica, il gruppo di ricerca sta valutando il possibile utilizzo, in combinazione con antibiotici comunemente utilizzati nella pratica clinica, di alcuni farmaci che: i) originariamente erano stati sviluppati per scopi clinici diversi; ii) antibiotici che erano utilizzati in passato e che oggi, per diversi motivi, sono stati quasi abbandonati.

I risultati preliminari hanno identificato alcune molecole promettenti, la cui attività nei confronti di isolati clinici MDR, principalmente enterococchi resistenti alla vancomicina e enterobatteri resistenti ai carbapenemi, è in fase di valutazione.