Biologia dei geni (Prof. Romano)

Maurizio Romano

Professore associato in Patologia Generale (MED/04)

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Curriculum breve

Maurizio Romano è attualmente professore associato presso il Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Trieste. Nel 1990, si è laureato in Biologia presso l'Università di Trieste e, nel 1995, ha conseguito il dottorato di ricerca in Patologia Clinica e Sperimentale discutendo la tesi intitolata: “Caratterizzazione molecolare delle carenze ereditarie di Eosinofilo Perossidasi e Mieloperossidasi”.

Nel 1991, ha iniziato a frequentare il Laboratorio di Patologia Molecolare diretto dal Prof. Francisco E. Baralle dell'ICGEB di Trieste (sito nell'Area Science Park di Padriciano), al fine di completare il suo dottorato di ricerca.

Al termine del dottorato, ha proseguito la sua permanenza all'ICGEB, continuando il rapporto di collaborazione con il Laboratorio di RNA biology e Molecular Pathology, fino ad oggi.

Inizialmente, il suo interesse di ricerca si è concentrato sullo studio delle carenze ereditarie di mieloperossidasi (MPO) ed eosinofiloperossidasi (EPO) umane. Il suo lavoro in questo campo ha contribuito a chiarire le basi genetiche di queste carenze, nonché a spiegare i meccanismi biochimici e molecolari alla base di queste deficienze.

Successivamente, il suo interesse di ricerca si è spostato nella caratterizzare dei meccanismi che controllano l'elaborazione del pre-mRNA in condizioni fisiologiche e patologiche, con un particolare interesse per le malattie neurodegenerative.

Tra il 1999 e il 2001, la sua ricerca ha contribuito a dimostrare che TDP-43, un fattore di splicing che appartiene alla famiglia delle hnRNPs, è stato associato con la patogenesi delle forme monosintomatiche di CFTR. TDP-43 è una proteina nucleare conservata durante l'evoluzione e coinvolta in molteplici processi cellulari, tra cui la trascrizione, la stabilità e splicing del pre-mRNA, ed il trasporto del mRNA. Nel 2006, TDP-43 è stato identificata come la componente proteica principale degli aggregati localizzati nel cervello di pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e Demenza frontotemporale (FTLD).

Il suo lavoro ha contribuito a spiegare alcuni dei meccanismi con cui questo fattore contribuisce alla patogenesi delle malattie genetiche e neurodegenerative in cui è implicato.

Info

Ultimo aggiornamento: 17-04-2024 - 23:30